Tetrodotossina

La tetrodotossina (TTX) è una potente neurotossina che si accumula nelle gonadi e nel fegato di pesci della famiglia dei Tetraodontidi, conosciuti comunemente come pesci palla, che sono in grado di secernerla attraverso quattro denti molto resistenti fusi in un becco. Tale tossina, inoltre, si ritrova anche in altri animali acquatici come i cosiddetti pesci istrice, le salamandre, alcune rane, polpi, gasteropodi, granchi, stelle marine, ecc. In realtà, però, tale tossina non è prodotta da tali pesci, bensì da batteri simbionti (es. Pseudoalteromonas) che colonizzano tali animali marini. Una volta prodotta la tossina, essa si accumula in specifici tessuti di questi animali.
Inoltre si è visto che tale tossina può essere anche prodotta da alcuni batteri patogeni, cioè quelli del genere Pseudomonas e Vibrio.
La tetrodotossina è una delle tossine più potenti, basti pensare che essa presenta una tossicità 100 volte maggiore del cianuro, ed è anche più potente del veleno della vedova nera. La dose letale per l’uomo è di 25 milligrammi (considerando un individuo di 75 kg) quando somministrata per via orale, che diventa di 8 microgrammi se somministrata per via endovenosa. E la cosa più spaventosa è che ad oggi non esistono antidoti.
Essa agisce andando a bloccare saldamente e selettivamente i cosiddetti canali del sodio voltaggio-dipendenti nelle membrane delle cellule nervose (tale blocco è garantito dalla presenza nella struttura chimica della TTX di un gruppo basico e carico positivamente che ricorda la guanidina). Il sodio è un componente essenziale per l’eccitazione neuronale, perché è proprio grazie all’entrata di sodio (come catione) che si genera il potenziale d’azione che in fase terminale provocherà il rilascio di neurotrasmettitori che determineranno un certo effetto biologico, come ad esempio un movimento muscolare. I canali del sodio voltaggio-dipendenti presenti sulla membrana neuronale sono dei canali che, quando attivati, permettono un’entrata di ioni sodio. Essi vengono attivati da una depolarizzazione tale da portare il potenziale di membrana da -70 mV a -55 mV (valore soglia). La consecutiva entrata massiva di ioni sodio (ioni positivi) portano il potenziale di membrana a valori molto positivi (+40 mV circa) e quindi generano un potenziale d’azione che poi diffonderà unidirezionalmente lungo l’assone fino alle terminazioni assoniche.
Per capire a pieno quanto detto, pur se spiegato nel modo più semplice possibile, sono necessarie delle basi di fisiologia, ma comunque ciò che serve sapere è che il blocco di questi canali causa una più o meno rapida paralisi dei muscoli volontari, tra cui diaframma e muscoli intercostali, e quindi morte per insufficienza respiratoria. Più nello specifico i sintomi di avvelenamento da TTX si possono dividere in quattro periodi temporali:
  1. I primi sintomi, a seconda della quantità di tossina ingerita, di solito appaiono dopo 10-45 minuti dall’esposizione. Il sintomo iniziale è solitamente la parestesia (alterazione della sensibilità) orale che gradualmente si diffonde alle estremità e al tronco. Altri sintomi iniziali sono: alterazione del gusto, vertigini, mal di testa, nausea, sudorazione, ipersalivazione, dolore addominale, ecc.
  2. Successivamente si presentano parestesia generale avanzata, paralisi delle estremità, dilatazione papillare.
  3. Man mano che il tempo passa i sintomi neuromuscolari si aggravano sempre più. La parestesia della laringe può portare a disfagia o afagia. Altri sintomi possono includere letargia, atassia, mancata coordinazione muscolare, disartria (difficoltà nell’articolazione di parole), fascicolazioni muscolari, ipotensione, aritmie cardiache, tachicardia.
  4. A questo punto si ha paralisi, insufficienza respiratoria, estrema ipotensione, possibilità di convulsioni. Anche se in alcuni casi si possono presentare alterate facoltà mentali e coma, la maggior parte degli individui rimangono perfettamente coscienti per 6-24 ore (fino a poco prima di morire).

La tossina può entrare nel corpo sia per ingestione che per iniezione, ma anche per inalazione o tramite la pelle abrasa.
Nonostante l’estrema tossicità di tale tossina e la grande pericolosità del cibarsi del pesce palla (dato che è una tossina termostabile, cioè il calore non la distrugge), in Giappone mangiare questo pesce è una tradizione. È chiamato fugu e può essere però cucinato solo da cuochi autorizzati che abbiano ricevuto una particolare licenza dal ministero competente, che viene rilasciata in seguito ad un esame sia scritto che pratico. Tali cuochi attraverso particolari tecniche riescono a rimuovere la maggior parte della TTX lasciandone solo una quantità molto piccola (non tossica) che dona all’assaggiatore un certo senso di euforia.
In Italia, a causa della grande pericolosità di questo alimento, dal 1992 è del tutto vietata la sua commercializzazione. Inoltre, in base al Regolamento (CE) 853/2004, la vendita e il consumo del fugu sono vietati in tutta l’Unione Europea.
Ad Haiti invece una polvere ricavata dal pesce palla, chiamata polvere di zombie, viene usata da alcuni stregoni nei riti vudù, al fine di ridurre gli adepti in uno stato di trance.
Nonostante l’intossicazione da TTX sia conosciuta da moltissimo tempo (fin dagli antichi Egizi) non si conosce alcun antidoto efficace. Di conseguenza, il trattamento che potrà essere garantito sarà solo di supporto. Per ridurre l’esposizione alla TTX ingerita e non ancora assorbita si possono usare degli emetici (che inducono il vomito), come ad esempio l’ipecacuana per via orale, se il vomito non si è già verificato. Inoltre, la lavanda gastrica, specialmente con bicarbonato di sodio al 2%, seguita da carbone attivo, è raccomandata. La fluido-terapia può essere usata per contrastare un’eccessiva perdita di liquidi. L’atropina può essere usata per contrastare l’ipotensione e una possibile bradicardia. In caso di insufficienza respiratoria, ossigeno o altro supporto ventilatorio, tra cui l’intubazione endotracheale, è spesso necessario. Vari studi hanno inoltre suggerito che l’emodialisi può risultare efficace nel caso di intossicazioni da TTX.

Quindi, dopo tutto ciò che è stato detto, credete ancora che sia lo squalo il pesce più pericoloso che possiate incontrare?

Figura 1. Immagine di un pesce palla.

Figura 2. Struttura della tetrodotossina (TTX).
Figura 3. Struttura della guanidina.
     
"Si chiama Tetradotossina. A quest'ora ce l'avrai già in circolo. La si estrae dal fegato di alcuni pesci, come il pesce palla. Lo sapevi? Ti paralizza gli arti, ma in compenso ti lascia tutte le altre funzioni neurologiche perfettamente intatte. Quindi d'ora in avanti tu non potrai più muoverti, però riuscirai a sentire ogni cosa visto che non fa assolutamente niente per alleviare il dolore. Stai per sperimentare la più grande sofferenza che tu abbia mai potuto immaginare." Tratto dal film Giustizia Privata.


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