Digital Therapeutics
Le Digital Therapeutics (o terapie digitali)
sono delle terapie che utilizzano tecnologie digitali per trattare una
condizione medica o psicologica.
Ormai nell’era digitale, dove l’informatica ha preso
piede in qualunque settore, anche quello medico e quello farmaceutico stanno andando verso
una rivoluzione tecnologica che ha l'obiettivo principale di
migliorare la compliance del paziente, cioè la sua aderenza alla terapia, e di garantire una maggiore personalizzazione del trattamento.
La commistione tra la tecnologia e la sanità non ha
solo un ruolo marginale, ma è considerata una vera e propria branca della medicina,
la cosiddetta "Digital Health".
Nel 2017 l’FDA (Food and drug administration) ha
approvato negli Stati Uniti il primo farmaco con un sistema digitale di
tracciamento dell’ingestione: Abilify MyCite.
Abilify MyCite è un’innovazione del farmaco Abilify (approvato
dall’FDA nel 2002 per il trattamento della schizofrenia e dei disordini
bipolari).
Esso è una pillola che, oltre a contenere il principio attivo apiprazolo,
contiene un sensore che quando viene a contatto con gli acidi gastrici manda un
segnale (entro due ore dall’ingestione) ad un cerotto dermico, che viene poi inviato ad un’applicazione mobile sullo
smartphone del paziente. A tali informazioni posso accedere anche il medico
(senza autorizzazione del paziente), o famigliari e amici (con
autorizzazione del paziente), mediante un portale web. Poi il chip ingerito viene espulso senza problemi attraverso l’intestino.
Un altro esempio di Digital Therapeuticals sono i
cosiddetti "inalatori smart". Attualmente esiste una piattaforma mobile approvata
dall’FDA chiamata Propeller.
Il sistema Propeller è una combinazione di
applicazioni mobili, sensori che si attaccano all’inalatore prescritto (per il
trattamento dell’asma o della BPCO) e un sistema analitico completo che aiuta i
pazienti a tenere traccia del loro uso del farmaco. Inoltre fornisce indicazioni
riguardo la qualità dell’aria, temperatura, umidità e contiene un’agenda
giornaliera che ricorda al paziente quando deve effettuare il trattamento.
Un ultimo esempio di Digital Therapeuticals è
rappresentato da un app recentemente approvata dall’FDA chiamata reSET,
indicata per persone con assuefazione da uso di sostanze stupefacenti.
Può essere utilizzata solo a seguito di prescrizione medica, e può essere prescritta solo se il paziente è coinvolto in qualche tipo di trattamento ambulatoriale.
Può essere utilizzata solo a seguito di prescrizione medica, e può essere prescritta solo se il paziente è coinvolto in qualche tipo di trattamento ambulatoriale.
Ogni settimana l’app chiede al paziente di rispondere a domande
riguardanti le loro voglie e li educa su come comportarsi con la loro
dipendenza. Inoltre il paziente può usare l’app per segnalare le sue voglie,
eventuali errori commessi, ecc.
Le informazioni vengono inviate al medico che lo segue, il quale potrà poi utilizzarle per aiutarlo ad identificarsi in modelli
comportamentali che potrebbero portare ad una ricaduta.
L’approvazione da parte
dell’FDA pone le basi su uno studio clinico randomizzato (come per i comuni farmaci) che ha dimostrato come questa app aumenti del più del 20% l’aderenza al trattamento
dei pazienti, riducendo di fatto le ricadute.
I problemi più importanti che possono insorgere con l’utilizzo
di questi sistemi sono quelli relativi alla privacy.
In associazione ad una
medicina sempre più innovativa e tecnologica dovrebbe esserci una protezione
serrata dei dati personali che in questo caso risultano essere molto sensibili.
Proprio questo, molto probabilmente è la causa che ha reso la sanità il campo di ricerca più indietro nella digitalizzazione.
Commenti
Posta un commento