Krokodil, di cosa si tratta?

“Krokodil” è il nome che viene dato ad un miscuglio di sostanze (di cui la principale è la desomorfina) fatto in casa e comunemente usato come droga al posto dell’eroina.
Il suo uso è iniziato in Russia e in Ucraina intorno al 2002/2003 e negli ultimi anni si è ampliato in maniera molto rapida e preoccupante nel resto d’Europa. Nel settembre del 2016 si è verificata la prima vittima anche in Italia.
Il termine “Krokodil” vuol dire “coccodrillo” in lingua bosniaca. Tale nome deriva sia dall’effetto caustico che provoca in seguito alla sua somministrazione endovenosa (pelle simile a quella del coccodrillo), sia dall’assonanza che presenta con il nome chimico del precursore α-clorocodeina.
In Russia il Krokodil è anche conosciuto come “krok”, “croc” o “magia russa”.
La sostituzione dell’eroina con il Krokodil si basa sul fatto che il principale componente attivo di tale miscuglio è rappresentato dalla desomorfina (C17H21NO2, diidrodesossimorfina) che si presenta, dal punto di vista strutturale, come una morfina senza il gruppo OH in posizione 6 e con il doppio legame, tra i carboni 7 e 8, ridotto. La desomorfina, come l’eroina, è un oppioide, quindi presenta effetti molto simili a quest’ultima (proprietà analgesiche centrali, sollievo dal dolore, depressione respiratoria, vomito, costipazione, sedazione, forte rilassamento muscolare, dipendenza fisica e psicologica, tolleranza) che si verificano previa interazione con recettori oppioidi, principalmente il recettore µ. È stato visto che la desomorfina presenta un effetto analgesico da 8 a 10 volte maggiore di quello della morfina, inoltre presenta una rapida induzione dell’effetto e la durata dipende dalla dose, anche se è significativamente minore rispetto sia a quella della morfina che dell’eroina. Come è stato detto inoltre la desomorfina, come eroina e morfina, causa tolleranza.
Che cos’è la tolleranza? La tolleranza è un fenomeno che si verifica spesso quando si assume una droga d’abuso o certi farmaci ed è dovuta ad una cosiddetta “down regulation recettoriale”, cioè le molecole interagiscono molto efficacemente con i propri recettori a livello cellulare, così efficacemente da indurre la cellula a ridurre il numero di questi recettori (indispensabili per generare l’effetto voluto), se i recettori diminuiscono ovviamente ci vorranno più molecole per garantire lo stesso effetto che si aveva all’inizio e quindi l’individuo tende ad aumentare la dose. La tolleranza porta come conseguenza anche una dipendenza fisica, cioè, dato che si verifica una riduzione dei recettori, si può arrivare ad un punto in cui essi sono così pochi che, interrompendo l’assunzione della droga o usando un dosaggio troppo basso, si vengono a produrre degli effetti diametralmente opposti a quelli della droga (disforia, ansia, sudorazione fredda, ecc) che portano quindi ad aumentare il dosaggio e di conseguenza il rischio di overdose.
Però ciò che in realtà preoccupa del Krokodil non sono i tipici effetti dannosi provocati dagli oppioidi, o perlomeno non solo, ma i prodotti di scarto che si sviluppano durante la sintesi casalinga e che, somministrati per via endovenosa, causano effetti tossici consistenti, quali flebiti e cancrena che, nei casi più gravi, possono portare all’amputazione degli arti o alla morte. Basti pensare che la speranza di vita di tossicomani che ne fanno un uso continuativo sembra essere massimo di 3 anni.
Allora vi chiederete perché usare una droga più pericolosa e più o meno ugualmente efficace dell’eroina? Facile, perché costa molto meno. Infatti la sintesi è molto semplice, accessibile a chiunque e poco costosa.
La sintesi della desomorfina si attua con lo stesso procedimento usato per produrre la metamfetamina, partendo però da precursori diversi, infatti mentre per la sintesi della metamfetamina si parte dall’efedrina o dalla pseudoefedrina, per la sintesi della desomorfina si parte invece dalla codeina.
La codeina è un principio attivo, anch’esso appartenente alla famiglia degli oppioidi, che però presenta una scarsissima azione analgesica e quindi viene usata a basso dosaggio come antitussivo. Essa solitamente viene associata ad altri principi attivi quali acido acetilsalicilico (aspirina) o paracetamolo, sotto forma di compresse. Le preparazioni contenenti codeina in Italia possono essere vendute solo dietro prescrizione medica, lo stesso non si verifica in Russia. In Russia chiunque può andare in farmacia e comprare liberamente con qualche euro queste compresse.
Una volta ottenute queste compresse, il primo step da fare è l’estrazione della codeina (solitamente presente sotto forma di sale fosfato). Si triturano le compresse, si miscela la polvere ottenuta con una soluzione acquosa di base forte (es. idrossido di sodio) per ottenere la codeina come base libera che può essere estratta con un solvente organico eliminando le impurezze idrosolubili. Successivamente usando una soluzione acquosa di acido forte (es. acido cloridrico), si estrae la codeina sotto forma di sale cloridrato solubile in acqua per eliminare le impurezze non idrosolubili. Questo processo estrattivo se eseguito in un laboratorio qualificato sicuramente porta ad una purificazione alquanto efficiente, ma nella preparazione casalinga i prodotti che vengono usati sono di bassissima qualità, solitamente si usa la benzina come solvente organico, l’acido cloridrico usato viene ottenuto dalle batterie o dalle scorie industriali e come base forte si usa solitamente la soda caustica che si compra al negozio sotto casa.
Una volta estratta la codeina, essa dev’essere sottoposta ad un processo riduttivo utilizzando acqua, iodio e fosforo rosso. Tre componenti facilmente ottenibili.
Se vi state chiedendo cos’è il fosforo rosso e da dove si ottiene, il fosforo rosso non è altro che quella sostanza che si trova sulle striscette rosse sulle scatole dei fiammiferi e che garantisce l’innesco della fiamma. In questo caso servirà da riducente che ridurrà lo iodio ad acido iodidrico che a sua volta ridurrà la codeina per formare la desomorfina. Da tale reazione vengono a prodursi anche acido fosforico e acido iodidrico come prodotti di scarto che rendono il mezzo fortemente corrosivo e tossico (sarebbe necessaria una purificazione adeguata).
Solitamente per neutralizzare tale acidità in ambito casalingo si usa il bicarbonato che però non riesce ad innalzare il pH oltre 3 (il pH neutro è pari a 7).
Quindi una volta eseguita tale riduzione, la droga potrà essere iniettata dopo circa 45 minuti, cioè quando la miscela avrà cambiato colore (quando avrà assunto un colore giallino) e odore.
È facile, da quanto detto, capire la pericolosità di questa nuova droga. Le droghe in generale sono sempre state la rovina di uomini, donne, famiglie e soprattutto ragazzi. Molto spesso l’assunzione di droghe nasce dall’esigenza di fare “nuove esperienze”, siamo nel 2017 e pensiamo ancora che la morte sia un’esperienza, quasi come se poi la si potesse raccontare a qualcuno.

Ragazzi, è tempo di accendere il cervello!
Desomorfina

Eroina
Morfina
Codeina


Effetti del "Krokodil" sul corpo.

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