Il melanoma cutaneo: un nemico silenzioso

Che cos'è il melanoma?

Il melanoma cutaneo è un tumore maligno che deriva dalla trasformazione neoplastica dei melanociti, che sono delle cellule che fanno parte dell’epidermide e che hanno il compito di produrre melanina (pigmento che protegge dagli effetti dannosi dei raggi solari).

In realtà il melanoma, tra i tumori cutanei, è il meno diffuso, infatti rappresenta circa il 4% dei tumori della pelle. Tra gli altri ricordiamo il carcinoma basocellulare (origina dalle cellule basali) o il carcinoma spinocellulare (origina dallo strato spinoso), che hanno sicuramente una maggiore incidenza. Allora se esso è così poco diffuso, perché se ne parla tanto? Perché è uno dei tumori più aggressivi (tende rapidamente metastatizzare) e presenta un altissimo indice di mortalità (la percentuale di decessi è dell’80% circa); inoltre è un tipo di tumore i cui casi sono in rapida crescita nei Paesi occidentali come l’Italia, soprattutto negli ultimi anni.

Il melanoma può originare da un neo (nevo) preesistente o dalla cute integra. Esso può insorgere più raramente anche in altre aree del corpo come l’occhio o le mucose di bocca e di genitali.
I nei (nevi), al contrario dei melanomi, non sono altro che dei tumori benigni innocui costituiti da agglomerati di melanociti che accumulano melanina da cui deriva il caratteristico colore scuro.

Dal punto di vista clinico di distinguono quattro tipi di melanoma:
  1. melanoma a diffusione superficiale (il più comune)
  2. lentigo maligna melanoma (interessa soprattutto le persone anziane)
  3. melanoma lentigginoso acrale
  4. melanoma nodulare (il più aggressivo)
Quest’ultimo, a differenza degli altri tre riesce ad invadere i tessuti in profondità fin dalle sue prime fasi.

Quali sono i fattori di rischio?
Il principale fattore di rischio del melanoma è l’esposizione alla luce ultravioletta (UV); non solo quella derivante dai raggi solari, ma anche quella derivante da lampade e lettini solari.

Le radiazioni UV sono delle radiazioni dette “eccitanti”, che agiscono cioè causando una certa eccitazione del DNA cellulare che può portare a delle mutazioni, dovute alla formazione di legami chimici tra basi pirimidiniche, che possono generare una cellula alterata che darà vita successivamente al tumore. Per fortuna le cellule possiedono dei sistemi di riparazione efficaci che nella maggior parte dei casi eliminano la mutazione, però a volte i processi riparativi possono risultare inefficaci, e ciò può portare o a morte cellulare, se le mutazioni interessano zone del DNA essenziali per la vita cellulare, o alla formazione di cellule tumorali.

Le radiazioni UV, in base alla lunghezza d’onda, si possono differenziare in UV-A, UV-B e UV-C.
Le radiazioni UV-A hanno una lunghezza d’onda compresa tra i 315-400 nm e rappresentano il 98% delle radiazioni UV che derivano dai raggi solari; le radiazioni UV-B hanno una lunghezza d’onda compresa tra i 280-315 nm e rappresentano il 2% delle radiazioni UV derivanti dai raggi solari; le radiazioni UV-C hanno una lunghezza d’onda compresa tra i 100-280 nm e sono completamente trattenuti dallo strato di ozono.

Possiamo dire che minore è la lunghezza d’onda di queste radiazioni, maggiore sarà la loro energia e di conseguenza la loro azione dannosa. Quindi le radiazioni UV più pericolose sono le UV-C, poi ci sono le UV-B e infine le UV-A, meno pericolose ma non per questo sicure.

Le lampade e i lettini solari usano dei filtri che permettono il passaggio della sola radiazione UV-A allo scopo di minimizzare il danno, però un loro abuso in realtà può ugualmente portare, nel tempo, ad effetti indesiderati, compresa l’insorgenza di melanomi.

Altri fattori di rischio noti sono l’insufficienza del sistema immunitario e alcune particolari malattie ereditarie che portano ad un inefficace azione dei sistemi di riparazione del DNA. Il rischio aumenta anche nelle persone con lentiggini o con molti nei, in quelle con occhi, capelli e pelle chiara, e in quelle che hanno un parente stretto che è stato colpito da questo tumore o che hanno avuto un precedente melanoma cutaneo.

Come procedere per un'efficace diagnosi precoce?
La diagnosi precoce del melanoma cutaneo è fondamentale e, in prima istanza, può essere fatta anche con un auto-esame periodico, dato che tale tumore è visibile ad occhio nudo. L’importante è imparare a distinguere un qualsiasi neo da un neo sospetto. Per far ciò è importante tenere a mente la cosiddetta "regola ABCDE":
  • A che sta per “asimmetria”. Dato che il melanoma appare asimmetrico, cioè ponendo un righello a dividere per metà il neo, le due parti non sono simmetriche.
  • B che sta per “bordi”. Dato che il melanoma presenta dei bordi irregolari e indistinti (a carta geografica).
  • C che sta per “colore”. Dato che il melanoma presenta varie sfumature di colori diversi (nero, bruno, rosso, rosa, blu, ecc.)
  • D che sta per “dimensione”. Dato che un comune neo presenta una dimensione inferiore ai 6 mm, macchie di dimensioni maggiori devono essere considerate sospette.
  • E che sta per “evoluzione”. Dato che il melanoma tende ad evolversi, modificando la propria forma, superficie e colore nel giro di poco tempo (da qualche settimana a qualche mese).

La presenza di una (o più) di queste condizioni rende necessaria una visita da parte di un medico o di un dermatologo per una valutazione approfondita.
Altri campanelli d'allarme che devono essere valutati da un medico sono un neo che sanguina, che prude o che è circondato da un nodulo o da un'area arrossata.
Comunque sottoporsi ad una mappatura dei nei periodica presso uno specialista sarebbe auspicabile.
La regola ABCDE, nel caso del melanoma nodulare, viene modificata nella "regola ABCDEFG", aggiungendo:
  • E che sta per “elevazione”. Dato che si presenta più alto rispetto al piano della cute, dovuto ad una crescita che si verifica verticalmente.
  • F che sta per “film”. Dato che la sua consistenza risulta essere maggiore rispetto a quella del resto della cute al semplice tatto.
  • G che sta per “growing”. Dato che tende a crescere molto rapidamente nel giro di settimane o mesi.

Come fare prevenzione?
È importante affermare che, come per tutte le patologie, la cura migliore è la prevenzione. 
I consigli sono i soliti: evitare l'esposizione al sole nelle ore più calde (11:00-15:00), evitare un abuso di lampade e lettini abbronzanti, usare mezzi protettivi durante il giorno come cappelli, occhiali da sole, creme protettive adeguate al proprio tipo di pelle.
Queste attenzioni vanno riservate soprattutto nei bambini (molto sensibili alle scottature) dato che il processo di trasformazione tumorale è molto lungo e spesso può anche derivare da un’alterazione che è avvenuta in età pediatrica.

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